giovedì 29 novembre 2012

8 regole e un po' di cuore Severgnini docet


Un lettore (steven67@alice.it) mi ricorda un’impudenza editoriale che risale a quasi vent’anni fa (ne ho fatte altre, nel frattempo). Dopo aver letto i suggerimenti di Bill Bryson per scegliere un ristorante – mai mangiare dove mostrano le fotografie del cibo che servono, per esempio – avevo deciso d’offrire anch’io alcune regole.  Era il 1993: Bossi provava le canottiere, Dc e Psi si scioglievano come gelati al sole, i baffi di Occhetto fremevano al pensiero (illusorio) della vittoria. TripAdvisor era un nome che si poteva dare al gatto. Esistevano (poche) guide gastronomiche di carta, ma spesso occorreva affidarsi all’esperienza e al fiuto, due cose di cui i viaggiatori del tempo, muniti di protocelullari grandi come costate, andavano orgogliosi.


Le avevo chiamate Sever’s Seven Rules:
1.Evitare, all’estero, i ristoranti che hanno un nome italiano. In Italia, quelli che hanno un nome inglese 
2. Evitare i ristoranti alle cui pareti sono appesi oggetti diversi da un quadro 3. Evitare i ristoranti che offrono come antipasto solo cocktail di gamberetti 
4. Evitare i ristoranti che usano la parola “gourmet” 
5. Evitare i ristoranti troppo vuoti, a meno che siano le undici del mattino 
6. Evitare i ristoranti dov’è impossibile stabilire di che colore fosse, una volta,  la giacca del cameriere 
7. Evitare i ristoranti: meglio farsi invitare a cena da amici e conoscenti.

Vent’anni e molti viaggi dopo, con la saggezza conferitami dai capelli metallizzati,  aggiorno i miei suggerimenti. 

1.Evitare i ristoranti il cui proprietario è ritratto all’ingresso con un tronista o con il sindaco in carica (se è il presidente del Consiglio, peggio ancora) 
2.Evitare i ristoranti dove lo chef è presente solo in fotografia (magari perché è sempre in TV) 
3.Evitare i ristoranti dove i camerieri sono tristi 
4.Evitare i ristoranti dove i ragazzi in cucina sono silenziosi come Gianni Letta o gridano come Antonio Di Pietro in conferenza-stampa. 
5.Evitare i ristoranti che utilizzano la parola “molecolare” 
6.Evitare i ristoranti dove vi portano l’acqua del rubinetto con una smorfia di disprezzo 
7.Evitare i ristoranti che servono porzioni troppo grandi o troppo piccole 
8.Evitare i ristoranti arredati con eccessivo buon gusto. La qualità del cibo è inversamente proporzionale a quella dei quadri sulle pareti.

Già che ci siamo, volete un consiglio per un posto splendido? Osteria “Boemia” a Sozzigalli di Soliera (Modena). L’orto non è lì per bellezza, e chiudendo gli occhi si riconoscono i cibi. Poi andate a Cavezzo, uno dei paesi più colpiti dal terremoto, e fatevi raccontare cosa faranno con i fondi raccolti dal Corriere della Sera e da TgLa7, circa tre milioni (una scuola, pensata come una “serra abitata”). Perché a quei luoghi convalescenti  non basta la solidarietà distante: vogliono visite e vita.
Beppe Severgnini


Aggiungerei che potrei anche evitare:
1. ristoranti che non sono attrezzati per i bambini (e non intendo solo con seggioloni o cibo adatto ma anche dei bagni attrezzati);
2. ristoranti che non hanno dei bagni decentemente puliti;
3. ristoranti che non ti portano i menu coi prezzi e con il dettaglio degli ingredienti usati;
4. ristoranti che non ti fanno la fattura;
5. ristoranti in cui i camerieri non ti ascoltano se hai delle esigenze particolari (tipo allergie o intolleranze);
6. ristoranti in cui il titolare non ha messo in regola e tratta umanamente chi lavora per lui;
7. ristoranti che hanno menu lunghissimi o nomi di piatti troppo fantasiosi.

lunedì 12 novembre 2012

Pulire al naturale

E' diverso tempo che meditavo sia questo post che la rubrica che ne deriva. Occuparsi delle faccende di casa non è esattamente una cosa piacevole, almeno per me. Qualche giorno fa una mamma fuori di scuola commentava così:" Mia madre faceva tutte queste cose, e anche più faticose, con meno elettrodomestici, e le faceva senza lamentarsi, sembrava quasi con piacere. Io questo piacere non l'ho mai trovato" Neppure io, ho chiosato. Eppure vanno fatte, per dovere, non certo per piacere. E per semplificarci le cose, per fortuna, ci sono ogni tipo di prodotti e di elettrodomestici che però o costano o inquinano e soprattutto ne abbiamo uno per ogni occasione: pavimenti, marmo, parquet, superfici delicate, vetri, acciaio, anticalcare, disinfettanti, etc etc. Non sono un po' troppi? E soprattutto, sono necessari? Non ne sono certa. Vuoi per ecologismo, vuoi per una tendenza, ormai necessaria, al risparmio, sto analizzando criticamente i miei detersivi.
Ormai da tempo ho abbandonato quelli di marca per optare a marchio del supermercato, spesso gli stessi prodotti ma con costi decisamente più bassi; ma poi ho fatto un altro passo avanti, ovvero mi sono chiesta se sono veramente necessari, alcuni sono decisamente superflui tipo la polvere o crema alla candeggina. Riconosco il riflesso condizionato tra il sentire il profumo di candeggina e sentirsi in un ambiente più pulito però in realtà non serve.
Sono partita da Adamo ed Eva, anzi da Darwin e dalla selezione della specie (si la prendo larga lo so...) se uso detergenti potenti pulisco, disinfetto, elimino i germi più deboli lasciando e favorendo quelli più resistenti quindi domani dovrò trovare un prodotto più forte o usarne di più di quelli attuali e, a naso, non mi piace inoltre eliminare radicalmente "germi e batteri" non aiuta a sviluppare il sistema immunitario dei nostri figli quindi?
Beh certo non lascio la casa sporca solo mi limito a pulire con prodotti normali, non disinfettanti (niente lisoformio o candeggina) su qualsiasi superficie inoltre ho fatto una riscoperta: il bicarbonato e la sua sorellina la soda (che NON è la soda caustica bensì carbonato di calcio).

L'ispirazione mi è venuta da questo libricino:

PULIRE AL NATURALE a cura di Gabriele Bindi e dell'Associazione Uomini Casalinghi) - Terra Nuova Edizioni - €10,00 - ISBN 9788888819570


Me lo sono spulciato per bene, è simpatico e ricchissimo di suggerimenti, questo per esempio è diventato il mio punto di forza: PENTOLE (...) il sugo si è bruciato. Non solo ,al pentola è piuttosto malconcia. Per ripulirla, mai grattare il fondo dove è rimasta attaccata la parte bruciata. Piuttosto bisognerà mettervi una manciata di sale grosso ed una di bicarbonato e il tutto si farà bollire con un po' d'acqua per circa mezz'ora. Far raffreddare e lavare la pentola.
Altri invece possono tornare utili per le emergenze, tipo il detergente per la lavastoviglie fai da te: alla lunga non pulisce ma se rimaniamo senza detersivo un paio di lavaggi con questo naturale si possono fare.

Altro uso della Soda , lei per intenderci, è la pulizia del piano di cottura, di quelli in acciaio, la spargo come se fosse la polvere alla candeggina e poi inumidisco il piano con pochissima acqua tiepida e poi, senza fatica, con la spugnetta, porto via lo sporco, senza grattare, a prescindere dallo sporco. Per quello più resistente basta lasciarla lì qualche minuto (il tempo di caricare una lavatrice, per esempio, o la lavastoviglie...) e il gioco è fatto. Detto fra di noi costa circa € 2,00 (dove più dove meno). Oltre al pianeta ci ringrazia pure il portafoglio.

Come sempre preciso perchè magari non sempre lo sottolineo, non c'è pubblicità in queste recensioni o suggerimenti, semplicemente consigli di quello che mi convince o meno.

Buona settimana e alla prossima :)





domenica 4 novembre 2012

La zuppa del casale... il nostro.

Con l'arrivo dell'autunno finalmente posso dar sfogo al mio amore per le zuppe, i minestroni. In assoluto non sono amante delle verdure, ma la dimensione zuppa o minestrone, non brodoso, mi piace moltissimo. Ne potrei mangiare quantità incredibili. Purtroppo questa mia passione non è condivisa da almeno il 50% degli abitanti del nostro casale, la componente under 10 per intenderci. Così mi limito a preparare zuppe & co. in giornate tipo il lunedì, quando il rientro a casa è proprio in prossimità della cena, per cui mi devo organizzare prima coi preparativi. E cosa c'è di meglio di una zuppa?

Ingredienti per 4 persone:

250 gr cereali misti (orzo, farro, miglio, etc etc);
250 gr legumi misti (ceci, fagioli cannellini, lenticchie e fagioli borlotti);
500 gr verdure miste (patate, porro, pomodori e carote)
sale
olio extra vergine
parmigiano reggiano

Innanzitutto mettere a mollo i legumi la sera prima (magari assieme ad un cucchiaino di bicarbonato).
Sciacquateli bene sotto l'acqua corrente dopo averli lasciati ammollare.
Mettere sul fuoco un tegame ampio ed alto, versarci tutti gli ingredienti ed acqua fredda, almeno 4 o 5 dita sopra il livello delle verdure e mettere sul fuoco, basso, e coprire.
La zuppa dovrà cuocere per un paio d'ore, mescolando di tanto in tanto e, se non dovesse essere sufficiente, aggiungere un bicchiere d'acqua CALDA.
Quando la serviamo una ricca spolverata di parmigiano reggiano ed un giro d'olio extra vergine d'oliva sarà il tocco finale.

P.S. si può abbreviare notevolmente il tempo di cottura utilizzando i legumi in barattolo, già cotti. I puristi storceranno il naso, ma chi invece è sempre in debito col tempo apprezza :)










mercoledì 31 ottobre 2012

Lievito e Coccole

A metà settembre, prima che iniziasse la scuola, io e mia figlia ci siamo concesse una giornata tutta nostra a Roma. Per lei, che ha quasi 9 anni, andare a Roma in treno è un po' come se mi si proponesse un weekend a Parigi.
E' abbastanza infaticabile quando si tratta di camminare. La misi alla prova quattro anni fa, andando io e lei a Londra. Abbiamo macinato chilometri anche sono entrando ed uscendo dalla metro.
Questa volta ci siamo limitate a prendere un treno regionale che in trequarti d'ora ci ha portato nel cuore della nostra Capitale.
Abbiamo gironzolato un po' a caso anche se, nella mia borsa simil - Mary Poppins, c'era la guida rossa del Touring Club, così, tanto per poter rispondere a qualsiasi domanda della piccola.
Una delle prime tappe è stata la libreria Feltrinelli all'interno della Galleria Alberto Sordi (ottima scelta per l'intitolazione ma per me, vecchia romana, rimane la Galleria Colonna).
Ci siamo lasciate trascinare dalle copertine, dai colori e dagli odori dei libri esposti ed io, alla fine, sono caduta nel settore dei libri da cucina.

Tra gli altri acquisti c'era questo, invitantissimo.

LIEVITO E COCCOLE - Rita Monastero - Felici Editore - ISBN 9788860195197 - € 13,50

Questo libro spiega in modo dettagliato tutto ciò che serve per realizzare ottimi impasti lievitati. Alla parte teorica segue una raccolta di ricette, in parte tradizionali ed in parte totalmente nuove. Purtroppo non ci sono tante foto e quelle presenti non sono strepitose. Questo sicuramente permette di mantenere il prezzo in ambiti più contenuti. Le ricette, in compenso, sono spiegate assai bene e sono tutte molto golose.


martedì 30 ottobre 2012

Torta con l'uva

Questo fine settimana mio marito è tornato a casa con una busta piena d'uva: il vicino ha delle belle piante di vite ma, come capita spesso in campagna, la produzione supera il consumo e così tutti cercano di regalare, ai vicini e non solo, ciò che non si può nè consumare nè conservare il qualche modo.
Così con l'uva, poi i cachi, a settembre i fichi.
Aprendo la busta le mie narici sono state colpite da quell'odore tipico dell'uva, soprattutto quella da vino, con gli acini piccoli, che se qualche chicco si schiaccia, ha un leggero odore di mosto. Questo profumo mi ha icordato una delle mie prime vendemmie: avevo poco più di vent'anni e, avendo sempre vissuto a Roma e non avendo i miei ascendenze contadine significative, non mi era mai capitato prima di raccogliere l'uva per farne del vino. Così, con la mia cesta scorrevo lungo i filari della vigna con le mie forbici e, con metodicità quasi svizzera, nessun grappolo sfuggiva alla raccolta e diversi finirono nella mia bocca. Un po' troppi forse perché, a fine giornata avevo dei dolori di pancia lancinanti.
E così questi grappoli neri hanno riportato alla mente, tutte assieme, questi ricordi di una ventina d'anni fa circa.
E intanto fissavo i grappoli. Cosa farne prima che i moscerini avessero la meglio?
Dopo un rapido consulto sulle mie fonti cartacee e online, questo è, secondo me ovvio il meglio che ho trovato.

Ingredienti:

135 gr zucchero
2 uova a temperatura ambiente
60 gr burro
6 cl olio extra vergine d'oliva
8 cl latte
200 gr farina
1 bustina lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 bustina di vanillina
300 gr acini piccoli uva nera
buccia grattugiata di 1 arancio e 1 limone

Accendere il forno a 175°.
Aggiungere le uova allo zucchero e mescolare finché non diventa una crema quasi bianca e spumosa. Aggiungere il burro a temperatura ambiente a tocchetti, quando è ben amalgamato unire il latte e poi l'olio.
A parte mescolare farina e lievito.
Quando l'impasto liquido è ben amalgamato aggiungere il misto di farina e lievito, bene e col calma, per evitare i grumi. A questo punto aggiungete le bucce grattugiate degli agrumi e, dopo qualche mescolata, 3/4 degli acini d'uva.
Imburrare e infarinare bene uno stampo di quelli apribili e versarvi il composto.
Infornare per 15 minuti ed aggiungere sulla superficie gli acini restanti. Infornare di nuovo per 30/40 minuti.
Controllare con lo stecchino se cotto e sfornare.
Lasciarlo freddare, se si vuole si può decorare con dello zucchero a velo.

Il profumo invade la casa, fuori c'è un bel sole luminoso anche se le temperature sono scese notevolmente e questi sapori ed odori ci stanno benissimo.











giovedì 18 ottobre 2012

Muffin e dolcetti

MUFFIN E DOLCETTI - GRIBAUDO EDITORE - € 8,90 - ISBN 9788858002322


E rieccoci con la recensione di uno dei miei libri della biblioteca della cucina.
Onestamente io cerco di resistere quando vado in libreria ma poi, se sbircio nel settore della cucina, non ci riesco quasi mai.

E questo è uno di quei casi: le foto sono belle, essenziali, senza cadere nel glamour sfrenato, che a me onestamente non piace.
Ogni ricetta copre due pagine, sulla sinistra gli ingredienti ed una descrizione ben dettagliata. Sulla destra la foto.
Il libro contiene ricette di muffin, tra i miei dolcetti preferiti, ma anche altro, tipo le girelle alla cannella o i baklava o i brownie. Insomma un gran bel panorama di dolci alla portata di tutti per un suggerimento per una merenda, una colazione o un tè un po' speciale.



martedì 16 ottobre 2012

I MIEI biscotti ai cereali...

L'altro giorno una mia amica ha postato la foto dei biscotti che aveva fatto, assomigliavano tantissimo ai Grancereali, avete presente?
Mi son sembrati buonissimi, così le ho chiesto la ricetta e lei mi ha rimandato al suo blog.

Ho dato una scorsa alla ricetta, mi sembrava proprio di aver tutto, anche se, come dire, ho rielaborato un pochino.

Buoni son venuti buoni, ma avranno qualcosa in comune con gli originali? :D

Ingredienti:

100 gr fiocchi di riso e cereali con riccioli di cioccolato
100 gr farina integrale bio
70 gr burro
80 gr zucchero
1 cucchiaino bicarbonato
1 uovo
4 gr sale

Ho inserito tutto nella planetaria con la paletta a k in acciaio. L'ho mandata al minimo per circa 2/3 minuti, finchè non si crea un'amalgama compatta.
Si lascia riposare una mezz'oretta in frigo per poi accendere il forno a 200° e mentre arriva a temperatura, stendere l'impasto tra due fogli di carta forno. L'altezza dei miei era meno di 1 cm.
Li ho infornati per 15 minuti e poi lasciati a freddare.







mercoledì 10 ottobre 2012

Pane allo yogurt

L'autunno sembrerebbe essere arrivato. Ho con tutta probabilità archiviato per quest'anno le mie infradito tedesche (mai dire mai) e quindi si può tornare a cucinare.
Rossella, oltre a recensire (e bere...) birre mi ha, non so quanto involontariamente, trascinata verso il gorgo della pasta madre. Ci avevo provato già a farla, ma è degenerata in un blob viscido e maleodorante che ha alimentato gli enzimi della mia fossa biologica. Dopo un suo post ho deciso di riprovare seguendo le indicazioni dei pastonudisti. E la cosa sta progredendo. Sembrerebbe bene. Mi spiace solo per i 300 gr circa di impasto che quasi quotidianamente raggiungono il blob maleodorante, mi sanno di spreco, ma non so cosa farci, anzi se aveste dei consigli in merito me li segno.

Tutto ciò però comporta che non panifichi più finché, magari tra un mesetto, la mia pasta madre è pronta? Ci avevo pensato, ma non sono così integralista, così ieri pomeriggio, mentre i figli facevano i compiti, ho recuperato un libro acquistato il mese scorso ed ho cercato una ricetta di pane per la serata, dopo un po' questa ricetta mi è saltata agli occhi ed eccola qui per voi.

Ingredienti:

250 gr farina manitoba
250 gr farina 00
25 gr lievito di birra
150 gr latte a temperatura ambiente
150 gr yogurt intero non dolce
8 gr sale
burro x spennellare

Premessa, sempre dopo aver letto un interessantissimo post dei pastonudisti, ho smesso di usare la manitoba, quindi per la mia esecuzione ho utilizzato:

300 gr farina integrale biologica
200 gr farina 00 biologica

Ho messo tutti gli ingredienti nella planetaria e l'ho fatta andare per una decina di minuti col gancio per impastare. Si è formata una palla abbastanza soda. Ho tolto il gancio e ho lasciato lievitare l'impasto per un'ora. Passato l'ora ho predisposto la teglia su cui avrei cotto il pane ricoprendola di carta forno, ho lavorato un po' l'impasto per sgonfiarlo e per modellarlo a pagnotta, l'ho spennellato col burro fuso e poi ho fatto dei tagli perpendicolari tra loro e l'ho lasciato lievitare per un'altra ora.
A circa 10 minuti dalla fine della lievitazione ho acceso il forno a 210° e, quando è arrivato a temperatura, ho infornato per 30 minuti circa.
Dopo la mezz'ora in forno ho verificato la cottura inserendo la lama di un coltello, ho spento il forno ed ho lasciato il pane ancora una decina di minuti nel forno spento.
In conclusione ho tirato fuori il pane, l'ideale sarebbe avere la famosa gratella che permette di freddarsi ma non di inumidirsi sul fondo, ma non ce l'ho, così mi sono arrangiata mettendolo comunque in modo che prendesse aria sia sopra che sotto.

E il risultato è stato questo:







Una crosta sottile, morbida ma non gommosa, così tutti, inclusi bambini e anziani, possono mangiarlo. Un profumo di pane per la casa che solo a sentirlo veniva voglia di mangiarlo :)

lunedì 8 ottobre 2012

Di yogurt e pranzi e cene a poco prezzo

Onestamente faccio fatica a rientrare nei ritmi di sempre.
Mi sembra che il tempo non basti mai, quando dovrei aver tempo spunta qualcosa che me lo porta via tutto.
Oggi i ragazzi iniziano i rientri pomeridiani, due volte a settimana, e quindi dovrei riuscire a farcela.
Avevo in mente questo post da qualche tempo, i libri prendevano polvere accanto al portatile ma inesorabilmente come cominciavo a far mente locale su cosa scrivere: maaammaaa, oppure il telefono, oppure mi accorgevo che era tardi e dovevo correrre a recuperare i figli a scuola, o dovevano iniziare i compiti o portarli da qualche parte, senza contare matrimoni (altrui), feste di piazza a cui avevo dato la disponibilità, o altro.
Ora ci riprovo.
Questa estate, nelle nostre vacanze un po' da zingari, girando per il sud della Francia o il nord della Spagna, ho trovato in un negozietto un paio di libri veramente interessanti. Sono in francese ma, onestamente, sono assai comprensibili.
Il primo è YAOURTS (yogurts) di Karine Tesson.
Una quarantina di ricette, corredate di foto, su come fare lo yogurt in casa aromatizzato con frutta o verdura per delle colazioni, merende o salse sane, naturali ed originali.


Se siete gourmet, se amate cucinare, invitare gli amici a casa o portare qualcosa di buono quando siete invitati, ma il vostro budget è limitato non ci sono problemi non ci sono problemi, in questo libro troverete molte ricette saporiti ed abbordabili che richiedono poco tempo, pochi sforzi e poco denaro. Alla fine del libro anche consigli su come risparmiare sugli acquisti. Insomma perfettamente in linea coi tempi.




Un paio di libri veramente interessanti ed utili. Quanto prima le devo provare.


sabato 22 settembre 2012

Sale in zucca

Sembrerebbe che abbia poltrito visto la latitanza dal blog ma non è così, è passata un'estate facendo la spola tra casa nostra ed la casa sul lago dei suoceri: un giorno qui, un giorno lì.
Una fatica bestiale ma era necessario per accudire i figli (al lago) e le nostre bestiole (a casa) perché 2 cani, tre gatti e 14 galline, oltre ad un orto, richiedono cure assidue. Per le galline hanno provveduto un paio di giorni fa i ladri, perché si esistono i ladri di polli, a sollevarmi dal peso. Un dolore enorme perché avevo messo nel conto che un animale, magari una volpe o un cane randagio potesse far loro la festa ma mai e poi mai avrei potuto pensare che nottetempo qualcuno entrasse nel pollaio e me le portasse via.
Le mie ragazze (anche se c'era un galletto) hanno lasciato un grande vuoto, ormai erano parte della famiglia. Dopo la rabbia ed il dispiacere, dopo la denuncia (perché l'ho fatta la denuncia ai carabinieri) sto ripulendo il pollaio, abbiamo preparato i nuovi nidi e stiamo cercando una nuova quindicina di galline.
Poi ovviamente siamo tornati a scuola, quest'anno prima e quarta elementare.
Tante novità e soprattutto nuove battaglie ma sembra di avere come avversario un muro di gomma, ma tant'è.

E intanto si cucina, tutti i giorni, almeno 2 volte a giorno ma i tempi non coincidono mai e quindi va tutto direttamente in tavola, senza passare dalla macchina fotografica.

E poi si scrive anche un po' delle vacanze qui.

Questo di oggi l'ho rubato al volo, ho preso la macchina al volo ed ho fatto qualche scatto al piatto prima di portarlo a tavola che reclamavano.
La zucca è un ingrediente che amo. La amo quando è intera, grossa, tonda e arancione. Amo la polpa, arancione coi semi grandi (che faccio a pezzi e metto in congelatore per usarla tutto l'inverno) e amo i suoi usi in cucina e infatti, proprio l'altro giorno, come ringraziamento per aver regalato una zucchetta di medie dimensioni ad un'amica, ho ricevuto la ricetta per una torta dolce che devo provare quanto prima.
Al momento mi don dedicata ad un piatto di routine, la pasta con la zucca.
Un primo piatto abbastanza veloce e leggero.

Ingredienti per 4 persone:

400 gr zucca sbucciata a pezzi
1 cipolla di medie dimensioni
olio extra vergine d'oliva
1/2 bicchiere vino bianco secco
parmigiano
350 gr pasta corta (ho usato le conchiglie, ma vanno bene le mezze maniche o i rigatoni)

Fare a pezzi la zucca ed affettare sottilmente la cipolla.
Mettere un tegame abbastanza capiente (dovrà poi contenere anche la pasta) sul fuoco, dopo qualche istante, quando è appena calda versare l'olio e subito dopo la cipolla. Passato qualche istante, quando si è un po' appassita, aggiungere la zucca, salare, mescolare bene coprire.
Mettere sul fuoco l'acqua della pasta e quando bolle salare e buttare la pasta.
Di tanto in tanto mescolare, la zucca è cotta quando si disfa. Quando la zucca sarà ben cotta e bagnate col vino, quindi lasciate evaporare a fuoco vivace.
Scolate la pasta e versatela nel tegame, fate insaporire bene e, appena un istante prima di portarla a tavola, aggiungete il parmigiano, un'ultima mescolata e via!








lunedì 27 agosto 2012

L'Ecluse di Castanet Tolosan - Francia

Lungi da me da volermi mettere a fare la foodie ;) amo cucinare, e mangiare, fondamentalmente. Ma quando capita di incontrare questi locali, beh, ho subito preso carta e penna e fermato le prime impressioni e poi, tornata, ne ho fatto un'appassionata recensione su Honest Cooking.it che raccoglie tanti articoli sul cibo, su viaggi legati al cibo o recensioni di locali oltre a ricette, suggerimenti per abbinamenti, compresi quelli della mia complice in affari formaggiosi.

http://www.l-ecluse-de-castanet.fr/ 
Per riportare alla mente le splendide giornate delle vacanze di questa estate che non si decide a finire.
Non appena le temperature lo permetteranno, tornerò ai miei fornelli, anche perchè molte idee che mi frullano per la testa...


mercoledì 25 luglio 2012

Comincio a trabordare...

E non solo nel senso che dovrei mettermi a dieta, che è una santa verità, e non sia detto che quanto prima non mi decida, ma, per la prima volta, ho scritto anche altrove.

Così, se non sapete cosa fare stasera a cena, oppure volete andare a cena da amici e volete portare qualcosa di vostro ecco qui un suggerimento.

E buon appetito!!

lunedì 16 luglio 2012

MARMELLATA AGRODOLCE DI CIPOLLE ROSSE DI TROPEA

Affianco al nostro grande giardino c'è l'orto.
E' da qualche stagione che ci si prova ma prima, a causa della mancanza dell'acqua in loco, non aveva dato, onestamente, grande soddisfazione.
Quest'anno abbiamo rimesso in funzione il vecchio pozzo. Già da qualche anno lo avevamo fatto ricostruire e chiudere bene con una grata e poi una rete più fina, così che bambini ed animali non potessero caderci dentro.
E questa estate va che è una bellezza.
C'è da dire che sono contraria all'innaffiatura "a stagno" per due motivi: 1) le verdure non sanno di niente; 2) è uno spreco d'acqua. Tendo ad annaffiare ogni 2/3 giorni e solo pomodori, peperoni e melanzane.
Per il resto viene una bellezza: cipolle e patate, zucchine, ceci, porri, piselli, carciofi e forse quest'autunno/inverno riusciremo persino ad avere dei cavolfiori (lo scorso anno se li son mangiati le galline).
Dopo aver archiviato le zucchine (non ancora del tutto ma diciamo che questo caldo le ha ridotte, onestamente non sapevo più dove metterle, oltre a mangiarle in tutti i modi le ho fatte a cubetti, messe nei sacchetti ed infilati nel congelatore, in vista dei minestroni invernali, assieme ai piselli mentre i ceci li ho fatti seccare e poi imbarattolati) ora sono passata alle cipolle.
Ne piantiamo, con mio suocero, due tipi: quelle rosse di Tropea, che amo moltissimo, e quelle bianche tradizionali, che non vengono mai, son sempre maschi, quindi piccoli, da mangiare freschi, ma tutto lì.
Quelle rosse, invece, ne vengono tante, belle cicciotelle. Danno veramente soddisfazione.
Quest'anno oltre 2,5 kg (l'anno prossimo più file!) e subito ho saputo chiaramente cosa ne avrei fatto: MARMELLATA DI CIPOLLE DI TROPEA.
La ricetta è sua ed io seguito a ripeterla, senza cambiare una virgola.
E' eccezionale da sola, col formaggio e sulla carne di maiale. Ogni volta che la porto a tavola prima la osservano, poi se la spazzolano più velocemente che possono.

Ingredienti:
2 kg cipolle rosse di Tropea
1,2 kg zucchero
succo di 3 limoni
4 mele

(la ricetta originale prevedeva esattamente la metà, ma io ho dato fondo a tutto il raccolto).

Ho sbucciato le cipolle e le mele poi ho usato la lama tipo mandolina del mixer ed ho affettato entrambe sottili sottili (si può fare benissimo a mano). Ho versato tutti gli ingredienti nella pentola più capiente che avevo, ho incoperchiato e lasciato andare per un'oretta al minimo (non vi preoccupate se all'inizio non riuscite a chiudere il coperchio, pian piano si abbasserà il tutto) rigirando spesso. Poi ho scoperchiato e lasciato andare a fuoco vivace per un'ulteriore mezz'oretta. Quando si è ridotto di almeno 1/3 siamo a buon punto. In un altro pentolone mettere i barattoli coperti d'acqua e lasciati bollire una decina di minuti.
Con attenzione (perché il tutto scotta tantissimo) riempire i barattoli, chiudere bene e lasciarli capovolti (per creare il sottovuoto) finché non sono completamente freddi, quindi archiviare fino all'utilizzo.








venerdì 13 luglio 2012

L'Emilia siamo noi! parte II

Son passati 2 mesi dalle terribili scosse in Emilia, due mesi in cui son successe diverse cose che mi hanno tenuta lontana da qui.
La chiusura dell'anno scolastico dei miei figli, con feste, recite, saluti, baci, abbracci etc etc e contemporaneamente ho pensato bene di aderire alla Classe del 1972 di Orte che, con il suo stand gastronomico, partecipava e raccoglieva il testimone per l'organizzazione dei festeggiamenti di S. Antonio (cosa c'entro io, laica e residente a Bassano, è un'altra storia). Non paga dell'enorme fatica che ha comportato (ma c'è chi ha fatto molto di più per l'occasione) mi son fatta balenare in testa l'idea di aderire alla richiesta lanciata sulla rete, ovvero acquistare il parmigiano dai quei produttori che erano stati danneggiati dal terremoto.
Onestamente ho ricevuto una risposta, in termini di richieste, che non immaginavo, credevo di raccogliere qualcosa tra amici e parenti ed invece si è scatenato un passaparola e, assieme alla Pro Loco di Soriano del Cimino,  siamo arrivati a quasi 700 kg di formaggio acquistato.
Contattare i produttori non è stata cosa semplice perché le loro difficoltà erano enormi, la distanza anche, ma poi, ad un tratto, le cose si son sbloccate ed attraverso un paio di contatti eccoci arrivati a LA CAPPELLETTA .
La Pro Loco di Soriano ha trovato il modo di farsi prestare un mezzo idoneo al viaggio e siamo partiti.

Credevo di trovare distruzione e disperazione ma mi sbagliavo.
L'impressione arrivando a San Possidonio, è che non fosse accaduto niente o quasi, certo i casali che caratterizzano la campagna emiliana erano distrutti, un peccato certo, ma spesso erano strutture abbandonate. La periferia di Carpi, da cui noi siamo arrivati, sembrava una qualsiasi periferia di una città italiana in un caldo sabato mattina estivo: lenta e deserta.
Niente macerie, niente gru, niente tende, niente di niente.

Siamo andati avanti, perplessi fino a quando non abbiamo incontrato il nostro contatto, il sig. Venanzio, un signore non più giovanissimo che ci ha guidati fino al caseificio.
Tutto era in piedi, tranne gli scaffali, venuti giù che le terribili scosse, e con loro le forme di parmigiano.
Il magazzino era irreale, a terra, in un angolo, un po' di forme rovinate ed ammuffite, nel resto del locale, scatoloni, allineati, ordinati, contenenti gli ordini ricevuti.
Le persone che lavorano lì sembravano api in un'arnia, avanti e indietro, apparentemente senza senso, in realtà ognuno col suo preciso compito.

Il parmigiano è stato caricato velocemente, i conti son stati fatti e siam ripartiti, non subito.

Ci siam fermati a gonfiar le gomme del mezzo, carico, ed il benzinaio, scambiando due parole con il sig. Venanzio, in pochi minuti ha raccontato del terremoto, di come gli alti pioppi della via si fossero piegati verso il centro della strada, per poi rialzarsi, di come l'asfalto avesse formato delle onde, durante le scosse più forti, di come lui fosse caduto dal motorino, pur stando fermo al semaforo, di come una bambina di una decina d'anni, pur non avendo avuto la casa danneggiata dal sisma, per quasi un mese avesse smesso di parlare e di camminare, e di come si stesse riprendendo solo ora rifiutandosi però di rientrare in casa.
Avevo i brividi, la pelle d'oca, anche se la temperatura, ormai, era oltre i 30°.
Avevo molto pudore nel riprendere il paese, non volevo fare del turismo della tragedia, stile Concordia, così non ho scattato foto, ho cercato di imprimermi nella mente quelle immagini, per non dimenticarle più.

Il sig. Venanzio ci ha fatto fare un giro per San Possidonio, mostrandoci le case, in piedi certo, ma con certe lesioni alla base, che ci passava un mio braccio. Case nuove, le più vecchie avranno avuto 40 anni, le più recenti 4 o 5, oltre la metà da demolire (1300 abitazioni circa).
Nessuna tendopoli, per la struttura del paese, tutte villette mono e bifamiliari col loro bel giardinetto e le tende? in giardino, a debita distanza dalla casa. Chi poteva addirittura ha costruito delle case di legno, in giardino, con tanto di aria condizionata, mettendo in salvo tutto il salvabile.
Le attività commerciali? Molte chiuse, ma molti invece hanno tirato fuori le loro merci, il negozio di abbigliamento ha montato un gazebo davanti l'attività ed organizzato una vendita promozionale, il bar ha costruito un chiosco in legno ed ha riaperto i battenti, così molti altri e poi? Poi ci sono i progetti, i container per le scuole (tutte da demolire) sono in arrivo ma nel frattempo si stanno già presentando i progetti, incluso quello per il poliambulatorio (i dettagli li potete trovare sul link del comune).

Ed ho ritrovato lo spirito emiliano, che racchiude, per me, l'essenza dei vari modi di essere del nostro Paese: si sanno godere la vita, fino in fondo, ma sanno anche faticare ed organizzarsi, sanno fare sistema e poi hanno una caratteristica: sono convinti di essere i migliori. In una vita precedente mi sono occupata di formazione ed il capo fila dell'ente con cui collaboravo era modenese, mi ricordo di quanto mi urtava leggergli negli occhi quanto erano bravi, quanto fossero più bravi.
Gliel'ho visto di nuovo quello sguardo nei modenesi, quasi di sfida, e questa volta non solo ne ero convinta (ne ero convinta anche allora ma mi dava sui nervi) ma in qualche modo, ne ero orgogliosa.

Ora ho quasi finito di distribuire il parmigiano acquistato e mi sta venendo voglia di ripartire, magari a fine settembre, per fare il bis.Ma anche, perché no, di fare qualcosa, magari di organizzarsi per contribuire ad acquistare che so, gli arredi della scuola dell'infanzia o fosse pure della sala d'aspetto del poliambulatorio, perché, in fondo, l'Emilia siamo noi!

Scusate la lunghezza, non ho il dono della sintesi ed i pensieri, accumula in questi mesi, erano veramente tanti.

mercoledì 30 maggio 2012

L'Emilia siamo noi!!

Ieri è arrivata la seconda scossa, come 15 anni fa in Umbria, la seconda scossa è stata peggio della prima, ha azzerato letteralmente interi paesi. Paesi che conosco perché per me, in un certo senso, l'Italia inizia dall'Emilia. Lì si vive bene (non fosse per il tempo e l'infinita pianura), lì i servizi funzionano, lì ci sono le migliori scuole materne del mondo che tutto il mondo ci viene a copiare (e che le maestre della materna di mia figlia non conoscevano...), lì ci si andava, fino a qualche anno fa, ogni santo settembre, per la Festa Nazionale dell'Unità, per vedere come fare bene le cose, a riempirsi il cuore con gente che io ho sempre sentito di casa. Mi ricordo, non so, forse era proprio una Feste Nazionale, dove quelli di Carpi facevano a gara con quelli di Modena, perchè quelli di Modena devono essere sempre più bravi. Oppure, ormai 20 anni fa, il mio primo viaggio in auto con me al volante, con la mia UNO 45 carta da zucchero, lamia fida amica Alessandra, in viaggio verso la Festa di Cuore, sempre vicino Modena.
Lì, proprio a Modena, si trasferì, ormai una quindicina di anni fa, il compagno di banco di mio marito, per fare il contadino, lì la moglie ha trovato lavoro attraverso l'ufficio di collocamento. Un po' più a nord, a Parma, ero di casa, da bambina, ci si andava spesso con i miei genitori, a trovare degli amici, si mangiava il pesto (non basilico ma carne cruda di cavallo condita con sale e spezie), le michette e ci si faceva il bagno nel fiume. Si partiva presto perché poi scendeva la nebbia. Quando si arriva da Roma le 3, poi 4, forse ora sono arrivate a 5? corsie della A1 ti davano l'impressione di essere già in Europa, non più nel Terzo Mondo.
Per me quella terra è riscatto. So bene che non ci sono solo loro: 3 anni fa l'Abruzzo, prima l'Umbria e poi indietro ne abbiamo di tutto e di più, con buoni, cattivi e pessimi esempi.
E il peggio è che, sommersa dall'informazione, dal vortice di twitter che bombarda con notizie continue, poi i tg, i giornali mi sembra di esserci in mezzo a quel terremoto, parla di posti che conosco, di gente che, mi sembra di casa ed ora questo mondo è cambiato per sempre e mi sento inerme.
Mi sono attivata subito per la promozione dell'acquisto del parmigiano, ora tutto fermo sia per le nuove scosse che per la grande richiesta, ma vorrei fare di più, vorrei prendere la mia PUNTO blu e partire, aiutare a rimettersi in sesto, ma adesso sarei di impiccio.

Per quanto mi riguarda adesso posso fare questo:


(il disegno non è mio ma di Giulia (@maghetta o http://gikitchen.wordpress.com/ )

poi vedrò se è possibile organizzare altro.


venerdì 25 maggio 2012

CROSTATE - dolci per eccellenza

Era un po' di tempo che non dedicavo alla recensione dei libri della mia libreria in cucina. Eppure sono lì, allineati, ma anche no, qualcuno un po' affastellato sugli altri; questo perché è vero che ho molto spazio per ospitarli, ma è anche vero che sono aumentati in questi 13 (da quando cioè alla tenera età di 27anni sono andata a vivere con quello che poi è diventato mio marito nonché il padre della Ienetta e del piccolo Attila ;)).
E loro sono lì, ogni tanto provo a dargli un ordine, che so tematico, di frequenza di consultazione, ma dopo un po' il mio ordine implode (o meglio esplode) e sono nuovamente lì, a casaccio, faccia al muro.
E non mancano mai quelli nuovi, perché è vero che la consultazione on line è assai veloce e pratica, spesso con piatti più originali o riadattati da amanti del mangiar bene, però i libri, le pagine sporche, schizzate e macchiate dalle preparazioni, quelli sono insostituibili. Mi piacciono le foto, belle, esplicative ma non eccezionalmente rarefatte, devono essere evocative, devono riuscire a farmi sentire il profumo del piatto, la consistenza del cibo, l'accostamento magari tra due o più alimenti un po' azzardata. Ed ecco che, l'ultima volta che sono capitata in una libreria, una quindicina di giorni fa, gira gira e gira, son cascata nel reparto cucina ed uno dei primi libri che mi è balzato agli occhi è stato proprio questo:

More about Crostate. Dolci per eccellenza

di Enza Bettelli, edito da DeAgostini, con un prezzo strepitoso €9,90. Cod. ISBN 9788841872604

Le foto sono come piacciono a me, evocative ma, senza strafare. Le indicazioni, essenziali, senza troppi sbrodolamenti, ma efficaci. Gli ingredienti normali, nessuna caccia al tesoro che, per chi non vive in grandi città rifornite di ogni ben di dio, è veramente demoralizzante cercare sali rosa dell'Himalaya o del topinambur e sentirsi rispondere come se si stesse cercando il santo graal. Quindi ricette anche non conosciutissime ma assolutamente fattibili, belle foto, copertina rigida, ottima rilegatura, che dovrebbe permettere una costante consultazione senza che il libro si apra come un pollo alla diavola perdendo poi tutte le pagine, prezzo più che accessibile. Direi che è ottimo sia per chi inizia che per chi già armeggia in cucina.

E buon appetito!!

venerdì 18 maggio 2012

Crostata di fragole al mascarpone

L'altro giorno sono andata a Roma per recuperare un certificato di laurea con esami, già mi immaginavo una mattinata passata in quell'antro della strega che è la segreteria della facoltà di lettere a La Sapienza a Roma. Sta su un ballatoio, dall'entrata di viale della Regina si susseguono la segreteria di Scienze Politiche, Giurisprudenza, Ingegneria e anche Scienze Fisiche, Chimiche e Naturali. Le ricordo da sempre VUOTE, poi ti avvicinavi alla segreteria di Lettere e cominciavi a vedere sciami di persone, grappoli di studenti e dentro un girone infernale, corpi accalcati, ognuno con il suo caso: esami non registrati, tasse non pagate, bollettini persi e chi èiù ne ha più ne metta. Arrabbiature apocalittiche, mi ricordo persino di una volta che minacciai una delle impiegate di chiamare i carabinieri se non mi avesse risolto il problema (visto che era colpa loro). Mi ricordo anche l'emozione delle pratiche di presentazione della tesi, sintesi presentata su un floppy e poi quando ho ritirato il diploma. Dieci anni fa e tornare in questi posti è stato un balzo nel tempo. Però questa volta anche la segreteria di lettere era deserta, un eliminacode e la diffusione dei servizi online hanno fatto il miracolo. Gli impiegati inutili, ignoranti e saccenti invece sono sempre lì. Una certezza.
Di ritorno da questa missione romana, in attesa alla stazione termini, ho fatto un errore drammatico: sono entrata in libreria con dei soldi, dopo molto girovagare sono caduta, come Alice, nel buco dei libri di cucina. Non ho resistito. Quanto prima li recensisco, intanto, è venuta fuori subito questa crostata.

Ingredienti:
Pasta frolla
180 gr farina 00
100 gr burro
50 gr zuchero
2 tuorli
1 cucchiaino scorza di limone grattugiata

Farcitura:
250 gr mascarpone
200 gr ricotta
100 gr zucchero
200 gr fragole
Zucchero a velo

Preparare la frolla: farina, burro a pezzetti e zucchero. Tutto nel mixer o nella planetaria, poi i tuorli e la scorza di limone. mescolare bene, senza esagerare che poi il burro si scalda. Fare una bella palla, avvolgerla nella pellicola e metterla in frigo per circa un'ora.
Passato il tempo, accendere il forno a 180° e mentre va a temperatura stendere la pasta, circa mezzo cm, tra due fogli di carta forno, adagiarla nella teglia che la ospiterà, pareggiarei bordi, alzare il foglio superiore e punzecchiare tutta la superficie, riposizionare il foglio e coprirlo di fagioli secchi. Infornare per 10 minuti. Togliere dal forno, eliminare fagioli & carta forno e rinfornare per altri 10 minuti. Importante: la frolla non deve essere dura perchè poi raffreddandosi si indurisce di suo.


Quando avete sfornato il guscio di pasta, a parte mescolare mascarpone, ricotta e zucchero e, una volta freddo, stendere la crema ben bene. Sopra disporre le fragole a fettine e poi corspargere (solo al momento di servire) di zucchero a velo.

P.S. questa torta la dedico ad una persona che parte, per ricominciare. Mi è venuta in mente, oltre per la chiacchierata fatta, anche perchè una volta mi chiese come facevo io la frolla e le risposi: la compro. Che bestia che sono. Buon viaggio!!!

lunedì 7 maggio 2012

CROCCHETTE DI TONNO

Era da diverso tempo che le volevo provare. Il tonno mi piace, è versatile. Lo uso anche per riempire i peperoni (un piato leggero ed assai digeribile, come no?) o le zucchine (qui va già meglio) o per farne dei pratici polpettoni ma in versione crocchetta (o polpetta che dir si voglia) ancora non lo avevo provato.
Possono essere utilizzate come antipasto (allora meglio farle più piccine) oppure come secondo, come ho fatto io.
Non occorre molto tempo, 20 minuti al massimo e ci vuole assai meno per spazzolarle.

Ingredienti per 4 persone:
180 gr tonno sott'olio
1 cucchiaio di olive verdi (che non avevo);
6 fette pancarrè (quello "cattivo", quello che come si pare si secca subito);
1/2 bicchiere di latte;
4 filetti di acciuga sott'olio;
1 cucchiaino di capperi dissalati;
4 pomodorini ciliegia (che non avevo);
2 uova;
pangrattato;
olio extra vergine;
prezzemolo

Si procede semplicemente: nel bicchierone del mixer, con le lame di plastica, sbriciolare grossolamente il pane, versare il latte e dare una prima frullata veloce, aggiungere il tonno (ben sgocciolato), i filetti di acciuga, i capperi dissalati, pomodorini, UN uovo ed il prezzemolo (sminuzzato a parte). Far mescolare ben bene, se risultasse troppo liquido aggiungere il pangrattato finchè non si crea un impasto consistente.
A questo punto far scaldare una padella capiente e versare  l'olio, meno di un dito, fiamma media al minimo.
Mentre l'olio si scalda, sbattere il secondo uovo e passarci le polpettine di tonno, per poi passarle nel pangrattato.
Quando l'olio è ben caldo (un attimo prima che inizi a fumare), adagiare le polpettine in padella, dopo 5 minuti rigirarle e dopo altri 5 minuti metterle su un piatto con la carta da cucina (per far assorbire l'olio).





P.s. si può ottenere lo stesso risultato, ma con meno calorie, cuocendole in forno. 10 minuti a 180°. E non si ha neppure l'odore di fritto in giro per casa.

Detto per inciso, sono sparite in un attimo.



giovedì 26 aprile 2012

torta rustica zucchine & stracchino

Tra il 25 aprile ed il 1 maggio abbiamo preso l'abitudine di organizzare un bel ritrovo a casa nostra con una moltitudine di persone che, col tempo, aumentano, sia per l'arrivo dei figli, sia perchè "tanto c'è spazio" e qualcuno si porta con sè altri amici o parenti. Questo non può fare che piacere, avere una casa grande ed accogliente, ed un giardino assolutamente fuori misura, sebbene faticosi, ti gratificano molto in queste circostanze.
Quest'anno abbiamo optato per il 25 aprile. Il meteo ci aveva garantito l'arrivo di Hannibal, l'anticiclone che ci dovrebbe portare sole e caldo afoso e si veniva da una settimna/10 giorni di pioggia, freddo, grigio. Tutti avevamo bisogno di un po' di sole, aria di primavera e perchè no, anche un barbecue, un po' di carne alla brace, bruschette e via così.
Quando siamo così tanti, ovviamente, ognuno porta qualcosa e ce n'era veramente per tutti i gusti, tra l'altro un paio di amiche sono anche vegetariane e quindi non poteva dedicare qualcosa di speciale dedicato soprattutto a loro. Una, veramente, ci ha pensato da sé con un tortino di patate e melanzane di cui mi devo ASSOLUTAMENTE far dare la ricetta, invece l'altro piatto vegetariano l'ho preparato io.
E' andato tutto benissimo, si è mangiato, i bambini hanno scorrazzato per il giardino fino a sfinirsi, hanno raccolto le uova nel pollaio, hanno giocato talmente tanto con i  cani che alla fine non si sapeva chi fosse più stanco, hanno recuperato il cibo ( i bambini) che cadeva loro dalle mani sporche di terra e non so che altro, e infilato in bocca con più gusto del solito e gli "adulti" si son goduti la giornata di libertà al sole, con i figli in libertà, potendo chiacchierare di tutto (immancabile ovviamente la politica, le tasse, il lavoro ma anche la cucina, i genitori anziani e via discorrendo). La dimostrazione di tutto questo benessere è stata, per me, il fatto che non sia avanzato granchè, che si son scordati un po' di cose qui da me e che facevano fatica ad andar via nonostante oggi si riprendesse la vita di tutti i giorni.
Anche la mia torta salata ha avuto il successo che meritava, era veramente buona oppure gli invitati erano particolarmente affamati :D
Il pregio di questa torta rustica è la velocità e la semplicità.

Ingredienti:
1 confezione pasta briseè
1 confezione di stracchino (o crescenza o squaquerone) da 250 gr
6/7 zucchine
1 ciuffetto di erba cipollina
olio extra vergine d'oliva e sale q.b.

Predisporre sulla teglia (per me tonda) la pasta briseé con la sua carta forno, farla aderire abbastanza alle pareti. Accendee il forno a 180° e, mentre il forno va a temperatura, affettare le zucchine (sottili ma senza esagerare) e mettere una padella di media grandezza sul fuoco.
Far scaldare la padella un po' e poi versare un paio di giri di olio extra vergine di oliva. Dopo un istante versare le zucchine e farle soffriggere una decina di minuti, in modo che si dorino ben bene.
Spegnere e versarle sulla pasta briseé, aggiungere il formaggio (stracchino o simili) e mescolare delicatamente (per evitare che la pasta si rompa). Tagliare con le forbici l'erba cipollina direttamente sopra il composto ed infornare per una ventina di minuti, ovvero fintanto che la pasta si sia ben cotta, il formaggio sciolto e le zucchine abbiano preso un bel colorito.
Si può mangiare calda o tiepida, sconsiglio fredda perchè il formaggio sciolto raffreddandosi si indurisce e non è granchè. Ottima idea anche prepararla prima e poi darle una scaldata all'ultimo minuto.


venerdì 13 aprile 2012

Cucina light: Pollo alla birra

Ecco non lo avevo proprio messa in programma questa ricetta. Il pollo, da noi, si mangia al forno, oppure come parte della carne per fare il brodo o, al massimo, i petti di pollo si fanno panati, seppure io preferisco i petti di tacchino. Ma ieri sera cercavo la ricetta per il pollo coi peperoni, ricetta tipicamente romana e invece mi sono imbattuta in quest'altra che mi ha piacevolmente sorpreso.
Innanzitutto non ci sono grassi se non quelli propri del pollo, e questo, dopo i bagordi pasquali, non che far bene, secondo è alla portata di tutti sia peri costi che per la preparazione e quindi mi sono lanciata.

Ingredienti:

1 kg pollo circa (intero a pezzi);
1 costa di sedano;
1 porro;
1 cipolla media;
1 carota;
1 litro di birra

Salare e pepare bene il pollo, metterlo in un tegame in cui entra comodamente assieme alle verdure sminuzzate il più possibile. Aggiungere la birra e far andare coperto, col fuoco medio, per quasi un'oretta. Rigirarlo solo dopo la prima mezz'ora. Finita la seconda mezz'ora scoperchiare e, tenendo al minimo, lasciar ritirare il liquido di cottura. Finito.









Questa volta, invece che fotografarlo alla fine, il piatto, l'ho immortalato durante la preparazione.