Un lettore (steven67@alice.it) mi ricorda
un’impudenza editoriale che risale a quasi vent’anni fa (ne ho fatte altre, nel
frattempo). Dopo aver letto i suggerimenti di Bill Bryson per scegliere un
ristorante – mai mangiare dove mostrano le fotografie del cibo che
servono, per esempio – avevo deciso d’offrire anch’io alcune regole. Era
il 1993: Bossi provava le canottiere, Dc e Psi si scioglievano come gelati al
sole, i baffi di Occhetto fremevano al pensiero (illusorio) della vittoria.
TripAdvisor era un nome che si poteva dare al gatto. Esistevano (poche) guide
gastronomiche di carta, ma spesso occorreva affidarsi all’esperienza e al
fiuto, due cose di cui i viaggiatori del tempo, muniti di protocelullari grandi
come costate, andavano orgogliosi.
Le avevo chiamate Sever’s Seven Rules:
1.Evitare, all’estero, i ristoranti che hanno un nome
italiano. In Italia, quelli che hanno un nome inglese
2. Evitare i ristoranti alle cui pareti sono appesi
oggetti diversi da un quadro 3. Evitare i ristoranti che offrono come antipasto
solo cocktail di gamberetti
4. Evitare i ristoranti che usano la parola
“gourmet”
5. Evitare i ristoranti troppo vuoti, a meno che siano
le undici del mattino
6. Evitare i ristoranti dov’è impossibile stabilire di
che colore fosse, una volta, la giacca del cameriere
7. Evitare i ristoranti: meglio farsi invitare a cena
da amici e conoscenti.
Vent’anni e molti viaggi dopo, con la
saggezza conferitami dai capelli metallizzati, aggiorno i miei
suggerimenti.
1.Evitare i ristoranti il cui proprietario è ritratto
all’ingresso con un tronista o con il sindaco in carica (se è il presidente del
Consiglio, peggio ancora)
2.Evitare i ristoranti dove lo chef è presente solo in
fotografia (magari perché è sempre in TV)
3.Evitare i ristoranti dove i camerieri sono
tristi
4.Evitare i ristoranti dove i ragazzi in cucina sono
silenziosi come Gianni Letta o gridano come Antonio Di Pietro in
conferenza-stampa.
5.Evitare i ristoranti che utilizzano la parola
“molecolare”
6.Evitare i ristoranti dove vi portano l’acqua del
rubinetto con una smorfia di disprezzo
7.Evitare i ristoranti che servono porzioni troppo
grandi o troppo piccole
8.Evitare i ristoranti arredati con eccessivo buon
gusto. La qualità del cibo è inversamente proporzionale a quella dei quadri
sulle pareti.
Già che ci siamo, volete un consiglio per
un posto splendido? Osteria “Boemia” a Sozzigalli di Soliera (Modena). L’orto
non è lì per bellezza, e chiudendo gli occhi si riconoscono i cibi. Poi andate
a Cavezzo, uno dei paesi più colpiti dal terremoto, e fatevi raccontare cosa
faranno con i fondi raccolti dal Corriere della Sera e da TgLa7, circa tre
milioni (una scuola, pensata come una “serra abitata”). Perché a quei luoghi
convalescenti non basta la solidarietà distante: vogliono visite e
vita.
Beppe
Severgnini
Aggiungerei che potrei anche evitare:
1. ristoranti che non sono attrezzati
per i bambini (e non intendo solo con seggioloni o cibo adatto ma anche dei
bagni attrezzati);
2. ristoranti che non hanno dei bagni
decentemente puliti;
3. ristoranti che non ti portano i menu
coi prezzi e con il dettaglio degli ingredienti usati;
4. ristoranti che non ti fanno la
fattura;
5. ristoranti in cui i camerieri non ti
ascoltano se hai delle esigenze particolari (tipo allergie o intolleranze);
6. ristoranti in cui il titolare non ha
messo in regola e tratta umanamente chi lavora per lui;
7. ristoranti che hanno menu lunghissimi
o nomi di piatti troppo fantasiosi.
aggiungerei di mio di evitare i locali che servono nei piatti scheggiati. pericolosi e indice di sciatteria. baci buoni sì mogliedaunavita
RispondiEliminapiatti scheggiati pericolosi per la salute e concordo con te, indice di grande sciatteria :)
EliminaSui ristoranti attrezzati per bambini ho, come si dice oltremanica, mixed feelings.
RispondiEliminaDa una parte, come padre di quattro bambini un po' ...cresciutelli, sono d'accordo. Se il ristorante non vuole i miei figli, non vuole nemmeno me: quindi porto me, mia moglie, i miei figli, e i nostri voraci stomaci altrove. Per non parlar dei miei soldi.
D'altro canto, spesso posso capirli... io so come ho educato i miei figli e me ne assumo la responsabilità, e spesso, dopo aver mangiato in un ristorante, siamo stati lodati per come i nostri bambini stavano tranquilli a tavola e mangiavano senza far storie (ora la più piccola ha sedici anni e non li lodano più; ma il grosso del lavoro è fatto). Ma purtroppo non si può dire lo stesso di moltissime altre famiglie, che lasciano pascere i figli in un modo che grida vendetta, e quindi posso capire i ristoranti che avanzano riserve... ma il discorso sarebbe lungo.
Hai perfettamente ragione. Basterebbe un cartello dove è indicato se attrezzati per bambini (e quindi graditi) oppure no. Se esco da sola, senza prole posso anche preferire un posto senza nani urlanti o lagnosi, ma se esco con la prole (anche se ormai grandini) avere un posto un po' su misura mi fa piacere :)
EliminaSottoscrivo ogni singola voce. Ma direi anche quei ristoranti in cui i camerieri non sanno risponderti ad una domanda su un piatto presente in menu!
RispondiEliminaEd in ogni caso post molto divertente e sincero.
Pat
Grazie e si, son d'accordo con te. Soffro di allergie alimentari da sempre e non è affatto piacevole fare il terzo grado su ogni singolo piatto, essere guardata come una rompiscatole e ricevere risposte a cavolo.
Elimina